Non sò se la mattina del 30 settembre vi siete sentiti 
                come me?
                Poter capire sulla mia pelle che non esiste verità, non 
                esiste informazione libera neanche in un giornale con divulgazione 
                regionale e senza riconosciuta POSIZIONE POLITICA, mi ha fatto 
                veramente riflettere. 
              Così ho capito che anche un piccolo articolo di un giornale 
                molisano sulla pagina di Riccia hanno come unico punto di vista 
                quello di chi scrive l’articolo, e in questo caso, non solo 
                il punto di vista è FUORI DA OGNI REALTÀ e si discosta 
                completamente dalla VERITÀ, ma fuori dalla realtà 
                è anche il fatto che chi appone ingenuamente alla fine 
                dell’articolo la firma non ha ricercato un minimo di controinformazione.
                    Infatti lo scrittore ha dato vita alla ricostruzione di un episodio 
                      accaduto in Piazza Umberto primo di Riccia qualche giorno 
                      prima lasciandoci credere che la parte lesa dell’episodio 
                      è solito stanziare nei luoghi dove si conduce vita 
                      sociale. 
                Trascurando il fatto che invece lui e la propria corrente da un 
                lungo periodo sono nell’OMBRA, visto che da qualche tempo 
                l’unico punto di incontro che hanno è fra i BOSCHI.
                      Lo sfogo dello scrittore continua quando dipinge lo scontro 
                      fra i due personaggi della storia e cioè fra la parte 
                      lesa e il CAVALIERE SENZA NOME, lo chiameremo così 
                      visto che nemmeno l’articolo gli da una giusta identità, 
                      come un vero duello medievale. 
                Infatti l’attenzione viene accentuata sul fatto che la parte 
                lesa partiva svantaggiata visto che intorno a lui non aveva le 
                solite guardie del corpo a proteggerlo, ma la verità è 
                che il cavaliere senza nome con un colpo di spada, fornitagli 
                in quel momento dall’Arcangelo, ha ferito e messo in fuga 
                la parte lesa, che codardamente non ha avuto il coraggio di controbattere 
                e l’unica mossa che ha conosciuto è stata la fuga 
                sul suo CAVALLO ROSSO.
                    Il racconto continua a distaccarsi dalla verità 
                      quando lo scrittore vuole far credere ai poveri lettori 
                      che tutto sommato l’intento della parte lesa nello 
                      scendere in piazza era quella di riportare disciplina e 
                      ordine
                      modificato dall’ardore gioioso dei giovani intervenuti 
                      in piazza qualche giorno prima, sabato 27 settembre, per 
                      il concerto degli Africa Unite.
                    Ma anzi che riportare l’ordine si leggeva tra le 
                      righe la vera paura era quella che la ventata di libertà 
                      e allegria gli potesse infettare il terreno della loro amata 
                      piazza e che poteva contagiare anche la gioventù 
                      riccese.
               Concludo dicendo che se continueranno che questa è l’informazione 
                che ci meritiamo, fra un po’ il nostro paese l’odore 
                e il sapore di un arrugginito distributore di benzina rimasto 
                escluso dal giro delle grandi tangenziali; continuerà ad 
                esserci ma la sua insegna pretenziosa non è nient’altro 
                che un neon che sta perdendo alcune lettere.