| 
			  
                     Il presepe rende vive “i stréttele da Katacroce”
              
             
                  A Riccia si è rinnovata la suggestione 
                    della Natività! 
                  Sfidando l’abbondante nevicata che ha interessato qualche 
                    giorno prima di Natale la nostra regione del Molise, l’Associazione 
                    Culturale “Gli amici del presepe vivente di Riccia” 
                    si è adoperata per allestire le botteghe e lo scenario 
                    del presepe vivente di Riccia, giunto quest’anno alla 
                    sua quarta edizione. 
                    I 
                    disagi del freddo non hanno impedito ai partecipanti di far 
                    rivivere la magia di Betlemme tra le stradine della Katacroce, 
                    poco conosciute da molti degli stessi abitanti di Riccia perché 
                    ormai la zona è fuori dai percorsi stradali più 
                    battuti, e perciò, essendo solo parzialmente abitata, 
                    è restata integra nel tessuto architettonico, ferma 
                    nel tempo, sospesa tra il mondo antico e moderno, a metà 
                    tra i sassi di Matera e la piccola abitazione appenninica, 
                    con un magnifico scenario sulla valle della Succida!  
                  Il pomeriggio del 29 dicembre 2003 più di DUECENTO 
                    FIGURANTI hanno animato uno dei nuclei più antichi 
                    di Riccia, tra fiaccole e rami di palme, con la rappresentazione 
                    di scene evangeliche di vita quotidiana di sapore semplice 
                    ed immediato, affiancate da quelle più solenni come 
                    la riproduzione, rigorosamente fedele al rito tradizionale, 
                    del matrimonio ebraico, o quelle più vistose e fantasmagoriche 
                    come la corte del re Erode, impersonato da Franco Maglieri, 
                    circondato da fanciulle danzanti. 
                    E’ 
                    stata allestita anche la postazione del censimento, cioè 
                    la “conta” dei contribuenti del tempo imposta 
                    dal divus Augustus, sorvegliata dalla presenza dei soldati 
                    romani in armi e a cavallo e da quella dell’arrogante 
                    governatore di turno, alloggiato in una dimora sontuosa e 
                    imponente a conferma della potenza imperiale di Roma. 
                   Gli ultimi nati del nostro paese, i piccoli Simone Di Iorio, 
                    Gioele Pontelandolfo, Fabrizio Iapalucci, Francesco Vassalotti, 
                    Mattia Moffa, Marco Moffa, Alberto Maselli, Paolo Mignogna, 
                    Francesco Pio Bozza, Simone Testa, Roberto Di Croscio, Lorenzo 
                    Passarelli, hanno rappresentato Gesù Bambino e, affinché 
                    i neonati non soffrissero i rigori del freddo, si sono susseguiti 
                    nella culla per un tempo limitato, teneramente accuditi dalle 
                    sollecite attenzioni della Madonna, Laura D’Elia, e 
                    di San Giuseppe, Marco Reale.  
                   Una miriade di personaggi, tutti in costume storico, ha 
                    dato vita al vociare del mercato ed ha animato le diverse 
                    botteghe: dell’intagliatore del legno, del vasaio, della 
                    cardatura e colorazione della lana, del cestaio, del falegname, 
                    della tessitrice, di alcune locande e della taverna, del mugnaio, 
                    del fornaio, dello scalpellino, del venditore di tappeti. 
                    I pastori hanno accudito al proprio gregge accanto ai fuochi; 
                    alcuni di loro, i più piccoli, hanno offerto con grazia 
                    al Bambinello cestini di frutta o animaletti, come conigli 
                    o tortore. 
                   Le donne hanno cagliato il latte ed offerto ai visitatori 
                    pezzetti di formaggio, pane e olio, accompagnati da un sorso 
                    di vino, pasto frugale della tradizione ebraica e cristiana 
                    del bacino del Mediterraneo.  
                   L’armonia di musiche natalizie si è diffusa 
                    per i vicoli della Katacroce, tornata ad essere per un pomeriggio 
                    di dicembre meta prescelta di un numero straordinario di visitatori 
                    (ne sono stati contati oltre mille e trecento, moltissimi 
                    in una serata di pioggia!) interessati sia alla sacra rappresentazione 
                    nel clima festivo, sia alla suggestione del luogo dal sapore 
                    del tempo andato. 
                   I Re Magi (Enzo De Rosa, Franco Santone, Lucio Di Domenico) 
                    hanno sfilato per le stradine con al seguito cavalli e servitori: 
                    per conoscere la Buona Novella, partiti dall’Oriente, 
                    sono arrivati alla capanna dove ancora oggi il Bambinello, 
                    attraverso i nostri bambini, parla al cuore degli uomini, 
                    effondendo il suo messaggio di pace!  
                     
                      
                   
                    
                     
                   robertino 
				
				  				
             |